Un pomeriggio di tre settimane fa, la televisione accesa in sottofondo e una marea di articoli da scrivere quando...
Appare il trailer di Lion-La lunga strada verso casa. Sullo sfondo la mia amata India, in primo piano gli occhi profondi di un bambino. Alzo il volume e ascolto il trailer. Una storia vera. Non so perché mi colpisce, di solito evito come la peste le storie di bambini soli, persi o orfani.
Lo sono stata anche io, orfana, e non mi sono mai concessa un'attenuante. Nessuna scusante per questo mio stato, non ero diversa dagli altri, dovevo solo faticare un po' di più. Tutto qui. Non ho mai sopportato scorciatoie o benefit per questo mio status. E' capitato, c'est tout.
Però Lion mi ha stregato e sono andata a cercare il libro. Di solito, scappo a gambe levate dai film tratti da un romanzo. Mai all'altezza della fantasia che si sviluppa quando si legge.
Compro in versione ebook "La lunga strada verso casa" di Saroo Brierley promettendo a me stessa che alla prima pagina pseudo-strappalacrime l'avrei cancellato dal Kindle.
Tsè.
Saroo ha cinque anni e vive in un paesino indiano. Una sera accompagna il fratello più grande. Si ferma ad aspettarlo, si addormenta, si risveglia e non lo trova più. Sale allora sul treno fermo, pensando di trovarlo nei vagoni. Ma è piccolo, è notte e paura e stanchezza gli addormentano il cuore e la testa. Chiude gli occhi e si risveglia a Calcutta, 1600 km distante dal suo paesino. Non sa pronunciare bene il suo nome, non trova nessuno disposto ad aiutarlo. Saroo sopravvive nella stazione della città più caotica del mondo fino all'entrata in orfanotrofio e alla successiva adozione da parte di una coppia di australiani.
Venticinque anni dopo, tramite Google Earth, riesce a ritrovare il suo villaggio e la sua famiglia.
Eccola in sintesi la trama. Ho evitato alcuni spoiler ma le grandi linee della storia sono tutte qui. Una storia vera e anche ben raccontata. Se pensate di trovarvi davanti a un bambino in lacrime, scordatevelo. Saroo è forte e risoluto, dotato di un istinto di sopravvivenza unico. Non verserete una lacrima, non ve lo permetterà in nessuna pagina del libro.
Una scrittura semplice e tipica di chi nella vita fa altro. Non ci sono interventi di mani esterne (benedetti noi ghost writer) e si capisce riga dopo riga. Scarno, essenziale ma coinvolgente. Lo leggete in un giorno e, dopo l'ultima riga, vi sembrerà di aver lasciato un amico.
Dicono che il film sia in aria da Oscar, con una Nicole Kidman in gran forma. Non so se lo andrò a vedere.
Ho paura di dare nomi, volti e profumi ai personaggi della storia. Mi basta quello del vero Saroo, per ora.