Popover o pudding dello yorkshire?
Li guardi e ti catturano, ti fanno pensare....ma è un bignè? Cerchi di capire guardando i vari passaggi e dici no, non è il classico metodo per fare i bignè.
Allora è un soufflè? No, assolutamente no.
Ma ancora prima di addentrarci nella ricetta che differenza c'è tra popover e pudding dello yorkshire?
A quanto pare si tratta del medesimo impasto-pastella, ma per quanto riguarda il pudding dello yorkshire la cottura avviene in una padella dai bordi alti e viene servito con stufato di manzo e salsa; invece i popovers si cuociono in stampi monoporzione alti e stretti o semplicemente in stampi da muffin e si abbinano sia al dolce che al salato.
Una volta risolto il primo interrogativo non restava che mettersi alla ricerca di informazioni e studiare.
Durante il peregrinare su internet trovo questo blog The food lab , si proprio uno di quei blog che fanno la differenza. Ai Popovers viene dedicato uno di quei post chiari e diretti proprio come piacciono a me, corredato di foto e spiegazioni eccellenti, varie teorie messe a confronto e dopo tante prove e disastri arrivo al risultato.
Mi limito a riportare quanto ho appreso dal blog The food lab, i passaggi sono stati tutti sperimentati dalla sottoscritta, non una semplice ricetta ma una realizzazione supportata da attenta riflessione e prove sul campo, e diciamolo tanto sacrificio!
Un lavoro che ha richiesto un notevole impegno soprattutto perché in italiano non ho trovato indicazioni così particolari e precise, e dal momento che sono riuscita ad avere un bel risultato con piacere lo condivido attraverso il mio blog.
Il principio fondamentale è quello della pasta choux, un composto particolarmente elastico ed umido che riesce a trattenere il "vuoto" creato dal vapore che si sviluppa durante la cottura, sino a triplicare se non di più il suo volume, il tutto senza lievito naturalmente.
Non esiste la pastella perfetta, come non esiste la teglia perfetta ( anche se la scusa per comprare la popover pan l'ho trovata).
Per quanto riguarda la temperatura, che sia ambiente o quella di frigorifero, la scelta incide in maniera decisiva, la strada da seguire dipende da che tipo di popovers vorrete ottenere.
Due le condizioni fondamentali:
La scelta della temperatura sarà fatta in base alla tipologia di prodotto finale si vuole ottenere:
se desideriamo un popover compatto e sostanzioso, ideale ad esempio per pucciare il sughetto dell'arrosto , allora dobbiamo conservare la pastella in frigo, al momento della cottura quando la versiamo nella teglia rovente la pastella ai bordi salirà velocemente per effetto del calore e al centro stenterà un po' dando consistenza.
Se invece vogliamo un popover croccante con un bel vuoto al centro, dobbiamo utilizzare una pastella non troppo fredda, se abbiamo deciso di preparala il giorno precedente e quindi ha stazionato in frigo per tutta la notte va tirata fuori nel momento in cui mettiamo la teglia a riscaldare nel forno.
2. Fondamentale preriscaldare la teglia.
Riscaldando la teglia o stampo muffin avremo un duplice effetto:
La presenza di acqua nella ricetta aiuta ad avere un prodotto più croccante,
se utilizziamo latte scremato non è necessario aggiungere acqua.
La ricetta che propongo è quella originale presa dal blog sopra menzionato
Ingredienti
Li guardi e ti catturano, ti fanno pensare....ma è un bignè? Cerchi di capire guardando i vari passaggi e dici no, non è il classico metodo per fare i bignè.
Allora è un soufflè? No, assolutamente no.
Ma ancora prima di addentrarci nella ricetta che differenza c'è tra popover e pudding dello yorkshire?
A quanto pare si tratta del medesimo impasto-pastella, ma per quanto riguarda il pudding dello yorkshire la cottura avviene in una padella dai bordi alti e viene servito con stufato di manzo e salsa; invece i popovers si cuociono in stampi monoporzione alti e stretti o semplicemente in stampi da muffin e si abbinano sia al dolce che al salato.
Una volta risolto il primo interrogativo non restava che mettersi alla ricerca di informazioni e studiare.
Durante il peregrinare su internet trovo questo blog The food lab , si proprio uno di quei blog che fanno la differenza. Ai Popovers viene dedicato uno di quei post chiari e diretti proprio come piacciono a me, corredato di foto e spiegazioni eccellenti, varie teorie messe a confronto e dopo tante prove e disastri arrivo al risultato.
Mi limito a riportare quanto ho appreso dal blog The food lab, i passaggi sono stati tutti sperimentati dalla sottoscritta, non una semplice ricetta ma una realizzazione supportata da attenta riflessione e prove sul campo, e diciamolo tanto sacrificio!
Un lavoro che ha richiesto un notevole impegno soprattutto perché in italiano non ho trovato indicazioni così particolari e precise, e dal momento che sono riuscita ad avere un bel risultato con piacere lo condivido attraverso il mio blog.
Il principio fondamentale è quello della pasta choux, un composto particolarmente elastico ed umido che riesce a trattenere il "vuoto" creato dal vapore che si sviluppa durante la cottura, sino a triplicare se non di più il suo volume, il tutto senza lievito naturalmente.
Non esiste la pastella perfetta, come non esiste la teglia perfetta ( anche se la scusa per comprare la popover pan l'ho trovata).
Per quanto riguarda la temperatura, che sia ambiente o quella di frigorifero, la scelta incide in maniera decisiva, la strada da seguire dipende da che tipo di popovers vorrete ottenere.
Due le condizioni fondamentali:
- la pastella deve riposare.
- la teglia da usare va preriscaldata.
- Una volta preparata la pastella deve riposare.
La scelta della temperatura sarà fatta in base alla tipologia di prodotto finale si vuole ottenere:
se desideriamo un popover compatto e sostanzioso, ideale ad esempio per pucciare il sughetto dell'arrosto , allora dobbiamo conservare la pastella in frigo, al momento della cottura quando la versiamo nella teglia rovente la pastella ai bordi salirà velocemente per effetto del calore e al centro stenterà un po' dando consistenza.
Se invece vogliamo un popover croccante con un bel vuoto al centro, dobbiamo utilizzare una pastella non troppo fredda, se abbiamo deciso di preparala il giorno precedente e quindi ha stazionato in frigo per tutta la notte va tirata fuori nel momento in cui mettiamo la teglia a riscaldare nel forno.
2. Fondamentale preriscaldare la teglia.
Riscaldando la teglia o stampo muffin avremo un duplice effetto:
- la pastella per l'elevato tasso di umidità e grazie alla sua elasticità a contatto con la superficie calda si gonfierà senza opporre resistenza,
- la teglia calda ci aiuterà ad evitare che la pastella si attacchi sul fondo come succede per qualsiasi altra preparazione soprattutto se a base di uova
La presenza di acqua nella ricetta aiuta ad avere un prodotto più croccante,
se utilizziamo latte scremato non è necessario aggiungere acqua.
La ricetta che propongo è quella originale presa dal blog sopra menzionato
Ingredienti
- 200 g di uova intere
- 150 g di farina per tutti gli usi
- 175 ml di latte intero
- 25 ml di acqua
- 2 g di sale
- 100 ml olio di girasole
In una ciotola unire le uova, la farina , il latte, l'acqua e il sale; frullare sino ad ottenere una pastella liscia e vellutata. Trasferire la pastella in frigo per una notte intera, meglio se la mettete in una brocca che vi faciliterà poi nel versare la pastella negli stampi.
Va tolta dal frigo nel momento in cui accendiamo il forno.
Preriscaldiamo il forno alla temperatura di 230° in modalità statico e introduciamo subito la teglia, nella quale avremo versato l'olio, in posizione centrale e attendiamo circa 10 minuti, l'olio sarà al limite dal fumare.
Tirare fuori la teglia e velocemente versate la pastella negli stampi, dividetela idealmente e considerate che ogni stampo va riempito per 1/2 massimo a 3/4, e subito di nuovo in forno.
Per il tempo di cottura dipende dalla tipologia di stampo utilizzata, indicativamente 15 minuti per uno stampo muffin e 20-25 minuti per uno stampo come quello che ho utilizzato io.
Comunque i popover devono triplicare il loro volume, diventare di colore marrone e le pareti devono essere croccanti.
I suggerimenti per quanto riguarda la cottura sono da prendere in considerazione sino ad un certo punto, molto dipenderà dal vostro forno, io a metà cottura ho dovuto abbassare la temperatura a 200° perché stavano prendendo troppo colore.
Sicuramente una volta estratti dal forno le loro dimensioni diminuiranno, potete limitare questo restringimento facendo una fessura e lasciando così uscire il vapore che si è accumulato all'interno.