La cosa che mi diverte di più quando propongo ricette adatte agli intolleranti è la frase: "Ma le torte con burro, uova e latte vaccino sono migliori, non c'è paragone".
Grazie.
Ogni giorno c'è qualcuno che sale sulla cattedra e impartisce una lezione.
Magari lo sappiamo anche noi intolleranti o noi mamme di figli con qualche intolleranza.
Però cosa dobbiamo fare?
Metterci in ginocchio sui ceci e praticare l'astinenza da dolci?
Giammai, sotto questo sole c'è posto per tutti.
Anche per noi.
E non è detto che un dolce "rivisitato" sia meno buono.
Occorre semplicemente allargare i confini.
E a forza di allargare i confini...si allarga anche la mente.
Parola mia😏
Prendiamo il caso di questa crostata.
Strizza l'occhio alla famosa crostata del ghetto ebraico qui a Roma.
A proposito... diffidate delle ricette che trovate in giro, soprattutto quelle che vi raccontano di utilizzare la marmellata di ciliegie. No, no e ancora no.Visciole. In alternativa amarene. Altrimenti chiamatela come vi pare, ma non è nemmeno lontana parente di quella del forno Boccione, dove le sorelle omonime vi servono una delizia inenarrabile. Senza un sorriso eh? Ma la caratteristica di quel posto è anche la loro ruvidezza. Quasi spartane, oserei dire. L'unica ricetta che in rete si avvicina a quella reale è quella del caro Zi Piero. Pertanto, se volete imitare pericolosamente l'originale, fidatevi di lui.
E di me, visto che al forno Boccione avevo preso la residenza durante l'Università e poi ho realizzato la ricetta dello Zi Piero. Quasi uguali!
Dicevo.. la mia crostata le strizza l'occhio per un vago richiamo di sapori e accostamenti, ma poi segue una strada tutta sua. Frolla all'olio e un mix di ricotta e confettura di visciole, necessaria per avere quel quid di acido che alla fine incuriosisce il palato.
La frolla all'olio è adatta agli intolleranti al lattosio. A volte è un po' noiosa da assemblare ma basta un piccolo trucco: qualche gocciolina d'acqua per formare l'impasto. Non deve riposare in frigo ma è subito pronta all'uso e potete realizzarci anche dei biscottini rustici niente male.
Enjoy it...e non fate gli intolleranti 😉
CROSTATA RICOTTA E CONFETTURA
per la frolla:
400 gr farina (anche integrale)
2 uova
100/120 ml olio vegetale
1 pizzico di sale
2 cucchiaini di lievito
180 gr zucchero
scorza di un limone grattugiata
per il ripieno:
250 gr ricotta di pecora
1 uovo
1 cucchiaio di sambuca
5 cucchiai di zucchero
marmellata di visciole o amarene
Prepara la farcia della crostata:
Setaccia la ricotta con lo zucchero (trucchetto di una nonnina siciliana: prendi il passaverdure o un setaccio, unisci ricotta e zucchero e mescola fino a ottenere una cremina). Unisci l'uovo e la sambuca. Metti da parte.
Prendi gli ingredienti destinati alla frolla e sistemali sul piano di lavoro o in una planetaria (se decidi di utilizzare quest'ultima, metti insieme tutti gli ingredienti e impasta brevemente con il gancio K).
Disponi la farina sul tavolo, fai un buco al centro e unisci tutti gli ingredienti. Inizia a lavorare. Se l'impasto tende a sbriciolarsi, unisci poche gocce d'acqua per volta fino ad ottenere un composto omogeneo e malleabile.
Accendi il forno a 180 °C, statico.
Prendi due fogli di carta forno e stendi la tua frolla (tenendo da parte un pezzetto di impasto che ti servirà per fare le strisce).
Sistema l'impasto steso dentro lo stampo. Prendi la marmellata e versane circa 5 cucchiai sul fondo. Livellala con cura e copri con la crema di ricotta.
Stendi l'impasto rimasto e ricavane alcune strisce per decorare la tua crostata.
Cuoci nel forno caldo (180°) per circa 30 minuti.
Se la superficie tende a scurirsi, coprila con un foglio di carta forno.
Verifica la cottura della tua crostata prima di tirarla fuori.
Servila fredda decorata con zucchero a velo.