Eccoci giunti al 18° ed ultimo appuntamento del nostro menù ideale creato seguendo ricette tratte da libri, sia appena acquistati oppure un po' dimenticati sugli scaffali ... e chissà quale altro viaggio gastronomico si inventeranno le nostre amiche Eloisa e Marta!
Questa volta a guidare la brigata è Brii del blog "briggishome".
Concluderemo questa nostra ricerca con i liquori ed i digestivi ed io mi sono nuovamente affidata al libro di Pellegrino Artusi "La Scienza in cucina e l'Arte di mangiar bene" che fu pubblicata nel 1897, Salani Editore di Firenze.
La scelta è caduta sul "Rosolio di Portogallo" ma confesso di non sapere che in Campania l'arancia fosse chiamata Portogallo e a quanto ho letto sembra che derivi dalla parola greca "portokalòs" che significa appunto arancia.
Ogni volta che ho letto questa ricetta nel libro dell'Artusi mi sono tornati alla mente i racconti di mia madre. Quando i miei nonni con tutta la famiglia vivevano ancora a Palermo, mia nonna aveva l'abitudine di preparare il rosolio ed i liquori più alcolici con i meravigliosi agrumi della loro Sicilia. Non a caso fin dal Cinquecento in Sicilia era consuetudine preparare in casa il rosolio per offrirlo agli ospiti. Benché sia più diffuso nel sud del nostro paese sono noti anche quello prodotto in Piemonte (che ha ottenuto il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale) ed in provincia di Bologna (San Giovanni in Persiceto).
Si può realizzare con petali di rosa, agrumi, caffè, gelso, visciole, fichi d'india, fragoline, erbe aromatiche o spezie.
La parola "rosolio" ha origine dal tardo latino "ros solis", ovvero rugiada del sole, quasi sicuramente per le sfumature che può avere questa soluzione liquorosa.
Moderatamente alcolico e dolce il rosolio è stato da sempre preferito dalle signore ma dalla metà del secolo scorso è stato pian pano soppiantato da liquori più alcolici. Ultimamente però un italiano trapiantato nel Regno Unito sta riscuotendo un notevole successo con un rosolio di bergamotto prodotto con questo agrume proveniente dalla Costiera Amalfitana.
Ingredienti:
- 650 gr di zucchero finissimo
- 360 gr di acqua
- 250 gr di alcool a 36° (composto da 91 gr di alcool a 96° e 159 gr di acqua)
- una piccola presa di zafferano
- 1 arancia non trattata
Dopo aver lavato bene l'arancia, rigorosamente non trattata, prelevatene la buccia con un pela patate cercando di evitare l'albedo (la parte bianca).
Ponete la buccia in un contenitore di vetro piuttosto capiente e copritela con l'alcool a 36°, coprite il contenitore con una garza e lasciatela in infusione per tre giorni affinché le scorze d'arancia rilascino tutte le loro essenze.
Trascorsi i tre giorni versate nell'acqua lo zucchero e mescolate fino a che sia perfettamente disciolto.
Versate quindi lo sciroppo ottenuto nel contenitore dove sono state in infusione le bucce con l'alcool e lasciate riposare l'infusione altri otto giorni al buio.
Trascorsi gli otto giorni versate il rosolio nelle bottiglie filtrandolo attraverso una garza.
Io ho seguito esattamente la ricetta, ma se a voi la quantità di zucchero sembra troppa potete diminuirla un po'.
Alla prossima avventura gastronomica! =^-^=
Alla prossima avventura gastronomica! =^-^=